Novelli, Gastone (Vienna, 1925 - Milano, 1968) è stato uno dei protagonisti della scena
artistica italiana degli anni ’50 e ’60. Considerava la tela come una parete
sulla quale scrivere lettere, segni grafici, geroglifici, accanto a figure
scaturite dall’immaginazione o dalla memoria. Simboli e forme tratte dal mondo
antico si mescolano nelle sue composizioni al repertorio di immagini legate
alle sue vaste conoscenze di letteratura, di psicologia, di filosofia, di
musica, di politica e di attualità, in rapporto dialettico tra la storia e
l’epoca contemporanea. Nel 1948 si reca in Brasile dove inizia a dipingere e
dove risiede fino al 1954. All’inizio del 1950, rientra brevemente a Roma in
occasione della sua prima mostra personale, dove presenta una serie di dipinti
di ispirazione espressionista. In Brasile incontra nel 1953 Max Bill e conosce
l’opera di Paul Klee, Alexander Calder e Le Corbusier. La sua ricerca
s’indirizza allora verso l’astrazione concretista. Nel 1955 torna in Italia. I
contatti instaurati con l’ambiente artistico romano, grazie all’amicizia stretta
in Brasile con Emilio Villa, lo spingono a sperimentare tecniche diverse come
il dripping, la fotografia, il collage e la sabbia su tela. Il 1957 è un anno
cruciale nella sua carriera artistica: si reca a Parigi dove incontra alcuni esponenti
del dadaismo e del surrealismo (Tristan Tzara, Man Ray, André Masson, Hans Arp)
e inizia a spostare i suoi interessi dal segno liberamente tracciato sulla tela
verso il segno-scrittura. Nel 1958 figura in varie collettive a Milano (Palazzo
della Permanente), Città del Messico, Londra, Charleroi, Tokyo; tiene personali
alla Galleria La Salita e La Tartaruga di Roma e alla Galleria dell’Ariete di
Milano. Nel 1961, ancora una volta a Parigi, incontra Claude Simon, Georges
Bataille, Pierre Klossowski e inizia a collaborare con René de Solier. Lo
stesso anno con Samuel Beckett avvia il progetto, rimasto tale, per la
pubblicazione dell’opera dello scrittore irlandese Comment c’est con alcune sue illustrazioni. Nel corso degli anni
Sessanta tiene numerose personali all’estero: alla Allan Gallery di New York
nel 1962, alla Tokyo Gallery a Tokyo nel 1963, al Kunstverein di Friburgo nel
1964 e alla Galerie Thomas di Monaco nel 1965. Nel 1964 partecipa per la prima
volta alla Biennale di Venezia, dove gli viene assegnato il Gollin Prize. Negli
stessi anni figura in numerose esposizioni collettive internazionali organizzate
in spazi pubblici, tra i quali lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1963); la
Lenbachhaus di Monaco di Baviera (1964); il Graz Museum (1967); il museo a La
Chaux-de-Fonds (1968), e il Jewish Museum di New York (1968). Nel 1968 viene
invitato con una personale alla XXXIV Biennale di Venezia ma, nel periodo in
cui la Biennale vive un momento di forte contestazione, decide di chiudere la
sua sala personale in segno di protesta contro l’azione repressiva della
polizia.